Tutto quello che sale prima o poi….

Nulla di più azzeccato per la nostra storia… e come si può far scendere in maniera non troppo traumatica ciò che prima dovrebbe essere salito molto, forse per decine di km?

Ovviamente si direbbe subito un paracadute, già ma quale paracadute? Quale dimensione, quale materiale, quale velocità di discesa, quale peso, quale resistenza?

Tante domande per un’unica risposta, che si spera sia azzeccata.

Fra i produttori, diversamente dai palloni la scelta è un po’ più ampia anche se precedenti “colleghi” e un’ottima reputazione sul web ci hanno fatto propendere per Rocketman Inc. una ditta specializzata in paracaduti per razzi-modellismo ma che potrebbe fare, con la sua gamma di prodotti, al caso nostro.

Sul mercato ci sono palloni per velocità supersoniche o rinforzati per grossi pesi, ovviamente non sono necessarie queste caratteristiche per il nostro scopo. Bisogna però valutare un parametro che per noi può essere vitale, la velocità di discesa.

Dalle tabelle pubblicate dal costruttore e valutando il nostro payload nell’ordine dei 2-2,5kg siamo giunti alla conclusione che un paracadute da 5ft di diametro faceva al caso nostro.

Il paracadute scelto ci permette di mantenere un rateo di discesa, con il peso preventivato, di circa 5m/s, del tutto in sicurezza per la protezione del payload all’impatto, e un peso del sistema di discesa in 113g circa. E’ realizzato in nylon, il colore è di un bel rosso fosfo (no non siamo così narcisi, ma il colore può rivelarsi fondamentale in fase di ricerca una volta atterrato), una forma che dovrebbe permettere una discreta stabilità e un’apertura variabile e regolabile da terra.

Siamo già in possesso del “prescelto”, e per chi ci ha seguito all’Astronauticon 3 di Montecatini, ha potuto vederlo e toccarlo dal vivo montato sul nostro mockup, per tutti gli altri che ci seguite qui sul blog invece, prestissimo avrete un resoconto della nostra partecipazione e le immagini dell’evento e della nostra prima uscita ufficiale!

Alberto